

La Strada delle Serre Calabre – Satriano
L'imponente chiesa Madre svettante sul borgo lascia intendere lo spessore storico della comunità che l'ha edificata
Dov'è

Questo comune si trova lungo la Strada delle Serre Calabre.
Dalle Serre allo Ionio, la valle dell'Ancinale
Nel primo entroterra ionico Satriano appare adagiato su un costone roccioso digradante verso la valle del fiume Ancinale. Il territorio comunale ha un breve ma delizioso affaccio al mare e poi si allunga su fino allo spartiacque, dove ha per riferimenti le cime boscose del monte Sant'Antonino (m 1070) e del Monte Fiorino (m 1050). Il capoluogo si trova a 293 metri di quota, nella fascia dell'olivo, mentre più in alto sono le selve di castagno, coltura di antica tradizione, a introdurre le suggestive faggete delle Serre.
Un paese fiorito sotto il segno dei Normanni
Si ritiene che la comunità si sia formata al tempo della Magna Grecia probabilmente presso la foce dell'Ancinale che a quel tempo si pensa fosse navigabile per un tratto. Una colonia di una certa rilevanza, dal momento che se ne ricorda la distruzione nel IV secolo avanti Cristo per mano di Dionisio, tiranno di Siracusa. In età latina personaggio di rilievo sarebbe stato un certo Satrio, latifondista o governatore il cui nome avrebbe improntato il toponimo. Più chiare le vicende successive, dall'insediamento di monaci basiliani, cui si deve il culto del patrono San Teodoro, sotto l'egida del normanno Ruggero d’Altavilla, che lo rafforzò come centro dominante sui casali limitrofi.
I segni di una potente famiglia ligure
Satriano è un centro rilevante nella storia della Calabria ionica, con edifici religiosi e palazzi che ne testimoniano eloquentemente il passato. Il rango del borgo risalta nello stemma della casata dei Ravaschieri che ricorre durante la visita. L'esemplare più artistico, in marmo bianco, decora una fontana all'entrata del paese. Questa famiglia ligure d'alto lignaggio sbarcò in Calabria nel Cinquecento attirata dalla possibilità di fare commercio delle sete che a quel tempo erano l'orgoglio della regione. Un'iniziativa di successo, che nel 1609 li convinse a rilevare dalla principessa Borgia la terra di Satriano con i casali di Davoli e San Sostene per l'iperbolica somma di 85.000 ducati.
Una chiesa sotto l'egida degli Altavilla
Eretta nel punto più alto del centro storico la chiesa parrocchiale di Santa Maria d’Altavilla è una costruzione collocata a cavallo del XIV e XV secolo, con elementi che tuttavia depongono a una fondazione bizantina. La chiesa, che si fa ammirare da lontano per l'imponente facciata affiancata da due torri campanarie gemelle, da vicino ne rivela i dettagli: il raffinato portale maggiore ad archi concentrici; la scultura di un altare con la Vergine nel fastigio; una fascia sommitale a traforo. Varcata la soglia, l' altare maggiore in marmi policromi con un'edicola contenente una statua della Vergine. Di nuovo all'aperto, pittoresca veduta sul paese e sulle terre circostanti.
Lungo il fiume mulini e frantoi
La rilevanza storica di un paese si rileva non solo dai suoi monumenti, ma anche dai suoi apparati produttivi. Nel caso di Satriano, data la vicinanza del fiume Ancinale, si trattava in primo luogo dei mulini ad acqua per la macinazione dei cereali. In località Cantore se ne trova uno ben restaurato, con la canaletta di alimentazione che supera l'ultimo tratto su tre archi, lasciando cadere l'acqua nella bocchetta della ruota idraulica, e all'interno la sala di molitura, ripristinata nei meccanismi di base del suo funzionamento.