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La Strada di Serra San Bruno - Bivongi

Sede dell'Ecomuseo delle Ferriere e Fonderie Calabresi, oggi il comune è protagonista di una reputata produzione vinicola Doc

Storia
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Arte
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Borghi
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Dov'è

Calabria

89040 Bivongi RC, Italia (0m s.l.m.)

Indicazioni stradali
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Tra la fiumara e il monte un borgo antico

Bivongi è un paese disteso a mezzacosta sul versante occidentale del monte Consolino (m 701), mole di natura dolomitica che le rovine di un castello normanno in sommità rendono ancor più suggestivo. L'abitato ha il suo nucleo antico presso la confluenza dei torrenti Melodari e Pardalà, affluenti di destra dello Stilaro, nel tratto in cui il fiume che dà nome alla valle si appresta ad aggirare la montagna. Il centro storico conserva pressoché intatto il tessuto medievale, un pittoresco labirinto di stradine e rampe che si inerpicano verso l'alto; case altissime, l'una a ridosso dell'altra, collegate da archi e scalette.

Una ricchezza basata sulle risorse dal sottosuolo

Il sito comincia ad essere abitato intorno al VII secolo, quando gli abitanti della costa furono indotti a trasferirsi verso l'interno per sottrarsi ai pirati saraceni e alla malaria. Il borgo viene nominato come Bobònges in un documento del 1050 che cita i suoi monasteri bizantini e l'allevamento del baco da seta quali indici di rango. Sotto i normanni, la svolta fatidica: un diploma del Conte Ruggero nel 1094 sancisce infatti il passaggio sotto la Certosa di San Bruno, che ne manterrà il controllo per otto secoli fino alle soppressioni napoleoniche. Una fortuna fondata sulle ricchezze minerarie, perché fin dall'antichità si sa dello sfruttamento di ricchi giacimenti di galena, minerale di argento misto a piombo, il primo largamente impiegato per battere moneta, il secondo per svariati usi pratici.

Il paese di Mamma Nostra

La Chiesa Madre di Bivongi, in origine dedicata a San Giovanni Battista Decollato, ha fondazione antica, ma si presenta con la facciata barocca successiva al catastrofico terremoto del 1783. Dopo i più recenti lavori di restauro la chiesa è stata dedicata alla Madonna con la denominazione di santuario di Santa Maria Santissima Mamma Nostra. La Madonna vi è rappresentata in una statua lignea che viene innalzata su una sontuosa base per la Festa del Voto, il 5 febbraio, il giorno del terremoto, quando la comunità la conduce in processione per ringraziarla di aver salvaguardato ogni vita. «Il paese di Mamma Nostra», così è diventato noto Bivongi, forza di un appellativo mariano tanto singolare.

Un ecomuseo dell'industria mineraria

Bivongi è stato il fulcro di un distretto minerario che ha rivestito grande importanza nella vicenda della Calabria fin dall'epoca romana. L'estrazione riguardava minerali come la galena e la calcopirite, importanti fonti rispettivamente di argento e di rame, ma soprattutto la limonite, minerale tra i più ricchi di ferro e perciò richiesto dalla siderurgia. Ecco dunque giustificata la presenza diffusa di miniere, fonderie e villaggi operai, nonché di tutta una serie di strutture accessorie ivi compresi laghi artificiali e centraline idroelettriche. Di tutto questo tuttavia bisogna parlare al passato o per meglio dire in termini di archeologia industriale, donde l'iniziativa dell'Ecomuseo delle Ferriere e Fonderie di Calabria che per l'appunto ha sede a Bivongi.

Gli antichi vigneti della valle dello Stilaro

Il paese è stato in passato noto per la molteplicità delle attività che vi fiorivano, dalla produzione della seta alla lavorazione dei metalli e della pietra. Oggi la sua notorietà si deve soprattutto al vino, in quanto dal 1996 titolare dell'omonima produzione a Denominazione di Origine Controllata, Bivongi Doc. Un primato di antica data, che trova tuttora riscontro nel paesaggio della bassa valle dello Stilaro, intensamente coltivata a vite, dal primo entroterra ionico ai terrazzamenti che ricamano le colline sullo sfondo delle Serre Calabresi.

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