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Chiesa di San Donato a Castelli: «la Sistina della Maiolica»

Un gioiello unico nel panorama del patrimonio ceramico italiano

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Spiritualità
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Dov'è

Abruzzo

64041 San Donato TE, Italia (0m s.l.m.)

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Cos’è e dov’è la chiesa di San Donato

A poco più di un chilometro dal borgo di Castelli, tra le colline abruzzesi, sorge la chiesetta campestre di San Donato, un gioiello unico nel panorama del patrimonio ceramico italiano. Questo piccolo santuario dedicato alla Madonna offriva riparo ai pastori di passaggio con il suo modesto portico. Ma con il passare dei secoli, la sua storia si intrecciò con l’arte, la devozione e la maestria artigiana dei ceramisti locali.

Un po’ di storia

Tra il 1477 e il 1547, un monaco benedettino membro della nobile famiglia Orsini si occupò di ampliare la chiesa e affidò alla famiglia Pompei, celebri ceramisti, la realizzazione di una straordinaria volta maiolicata. Nel 1616, quando si decise di ampliare ulteriormente l’edificio, le maioliche originali non bastarono più: furono rimosse e riutilizzate per pavimentare l’area antistante l’altare per poi, nel secolo scorso, essere recuperate e trasferite al Museo delle Ceramiche di Castelli, dove oggi continuano a raccontare la loro storia a chiunque voglia ascoltarla. I maestri ceramisti di Castelli, animati da devozione e orgoglio per la loro arte, crearono una nuova volta, ancor più grandiosa. Il risultato fu spettacolare: una distesa di oltre 800 formelle maiolicate che raccontano un’intera epoca.

Da non perdere: le maioliche a soffitto

Guardando in alto, il visitatore è catturato dalla bellezza di scene che raffigurano personaggi, animali, fiori, paesaggi, simboli astronomici e geometrici, narrati con colori vivaci e una sensibilità rinascimentale. Questo soffitto, definito da Carlo Levi come «la Sistina della Maiolica», è una celebrazione della maestria castellana e della fede collettiva.

Curiosità

Le maioliche portano incise date e parole che testimoniano l’amore e la dedizione della comunità di Castelli. Una scritta in latino ricorda: «Le genti della terra di Castelli fecero questo soffitto ad onore di Dio ed allo stesso tempo a perpetua memoria della Beata Vergine Maria». Era un’opera di devozione, ma anche un simbolo dell’eccellenza raggiunta dai ceramisti locali, i quali si riunirono in confraternita per lasciare ai posteri una testimonianza tangibile della loro arte.

San Donato non è solo una chiesa, ma un luogo in cui il tempo, la fede e l’arte si fondono in un racconto vibrante, capace di lasciare i visitatori con il naso all’insù, perduti in un mosaico di colori e significati che sfidano i secoli.

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Barbara Barella