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Piccole Patrie

Un progetto nazionale per scoprire e vivere un'altra Italia attraverso le «esperienze di comunità»

Dov'è

Italia (53m s.l.m.)

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«Abbiamo portato in tutti i villaggi le nostre armi segrete: i libri, i corsi, le opere dell’ingegno e dell’arte. Noi crediamo nella virtù rivoluzionaria della cultura, che dona all’uomo il suo vero potere.»

Così scriveva Adriano Olivetti. Da lui abbiamo attinto il concetto di «piccole patrie», per provare a ridisegnare le mappe turistiche dell’Italia ripartendo dalle geografie minori e dalle esperienze di comunità. Olivetti, imprenditore-politico, nel secondo dopoguerra immaginava la fabbrica come luogo che dispensava non solo profitti ma anche cultura e servizi, come cuore della comunità che realizza un’autentica e concreta solidarietà, così forte da diventare la base di una nuova idea di Stato. Attorno a questo concetto si annodano le «piccole patrie»: una rete di piccole, governabili molecole che convergano per gradi successivi in una nuova forma organizzativa del nostro essere Paese.

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Noi, piccole patrie

  • Siamo territori con una forte identità locale, preservata e custodita con cura all’ombra dei campanili, il cui nome è sufficiente a generare un’idea, un’immagine, un concetto e un’aspirazione;
  • siamo aree non troppo grandi, né troppo piccole, spesso considerate appartenere a geografie minori, marginali, disconnesse o persino isolate;
  • siamo persone che hanno comunanza di culture, lingue e vicende storiche che nel tempo si sono stratificate diventando monumenti, opere d’arte e d’intelletto che costituiscono l’eccellenza del Made in Italy nell’agricoltura, nell’artigianato, nel design e nella manifattura;
  • siamo una risorsa per intere vallate e comprensori, per isole e montagne, proiettando notorietà ed economia senza alcun limite di confine amministrativo, politico, naturale o culturale;
  • siamo produttori, ovvero generiamo benessere per realizzare stili di vita capaci di diventare riferimenti, tendenze e mode in ogni parte del mondo;
  • siamo protagonisti dei mercati, facendo leva sull’inclinazione tutta italiana a produrre sviluppo puntando su fattori inusuali come tradizione, cura, creatività, artigianalità, amore per i luoghi e per la terra;
  • siamo un modello economico di competitività fondato sul talento, che inizia dal concetto, coinvolge il dettaglio, agisce sui processi e arricchisce il prodotto di un valore aggiunto unico e irripetibile;
  • siamo una parte fondamentale del Paese perché assicuriamo presenza e presidio nei territori, lottando contro il dissesto idrogeologico, contro gli abusi, l’abbandono e lo spopolamento;
  • siamo attivi nella tutela del paesaggio, dell’ambiente, della natura e del patrimonio culturale, perché consapevoli che siano la nostra casa, piccola porzione della più ampia casa comune che è la Terra;
  • siamo comunità locali che trovano motivi di coesione e di innovazione sociale nei gesti quotidiani, nella condivisione di sacrifici e risultati, nel rispetto del vicino, del prossimo e del visitatore di passaggio;
  • siamo società aperte, accoglienti, ospitali, capaci di essere solidali nel bisogno e conviviali nella prosperità;
  • siamo laboratori di economia della bellezza, porzioni di «Bel Paese» che sfidano le crisi - finanziarie, economiche e ora anche sanitarie - puntando su una rinnovata capacità di sentirci comunità per narrare «storie di bellezza» che raccontano l’Italia più vera, fatta di persone e di botteghe, di autenticità e identità, in cui «essere provinciale» diventa una risorsa da difendere con amore e passione.

Siamo «piccole patrie», ricche di differenti campanili, lingue, culture, storie e spiritualità, con una fede e un destino comune: siamo e saremo accomunate dal disegno di trasmettere la nostra eredità agli italiani di domani e, insieme, a coloro - viaggiatori, visitatori e viandanti - che anche solo temporaneamente vorranno condividerla.

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Costruiamo piccole patrie

Sentirsi comunità: è questo l’attributo primo che fa di un territorio una «piccola patria». E la grande sfida è puntare più in alto, creando ecosistemi integrati di servizi ed esperienze che coinvolgano i 5 sensi e che ci aiutino a proiettare il Paese verso forme di turismo circolare, 5.0.

Piccole Patrie, progetto nato il 4 maggio 2020 da un'idea di SIMTUR (Società Italiana Professionisti Mobilità Dolce e Turismo Sostenibile), ha dato vita a una felice collaborazione tra SIMTUR, ACT Accademia Creativa Turismo e SharryLand.

Anche tu puoi partecipare! Se vuoi costruire una «piccola patria» e diventarne «fiduciario», o se semplicemente vuoi scoprire con noi le prime «piccole patrie», seguici e mettiti in contatto.

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