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Majano ricorda

Viaggio tra i pieni e i vuoti della città

Dov'è

Friuli-Venezia Giulia

Via Roma, 12, 33030 Majano UD, Italia (0m s.l.m.)

Indicazioni stradali
map

1976. La terra trema, gli edifici crollano. Anche chi in quegli anni non era ancora nato conosce il terremoto del Friuli, un evento troppo catastrofico per essere dimenticato. Forse uno degli elementi più sorprendenti è stata proprio la tenacia con cui la popolazione ha ricostruito le sue città, spesso esattamente com’erano prima. Spesso, ma non sempre: sempre in nome di quella caparbietà, certi edifici che non è stato possibile ripristinare sono stati smantellati, e al loro posto, strutture fatte di vuoti e di pieni, di presente e passato, rendono indelebile in ricordo di quello che è stato. Lo si vede molto bene a Majano, dove camminando per le strade del centro si incontrano delle strutture che, a mente vuota, sarebbe difficile spiegarsi, ma basta un attimo di riflessione ed è subito tutto chiaro.

Luogo della Memoria

È il caso di quello che viene conosciuto come «Luogo della Memoria»: edificato, a perenne ricordo delle vittime del terremoto del 1976, sull’area dove sorgeva il condominio «Astra», crollato a seguito dell’evento sismico. Con questo intervento si è voluto ricreare la memoria del borgo, dei vuoti urbani, delle piazze e delle corti, recuperando le forme dell’architettura del luogo: il muro, il rapporto fra strada e corte, i materiali, la continuità del fronte costruito lungo la strada, le aperture.

Lungo via Roma sorge un muro intonacato, quale frammento e memoria delle costruzioni preesistenti e raccordo con gli altri edifici che si affacciano sulla strada. Lateralmente, due muri rivestiti in pietra seguono a gradoni il dislivello mentre, in alto, due filari di tigli schermano la visuale verso i lati, definendo l’area con una quinta naturale. La zona inferiore, delimitata su tre lati da muri e dal verde dei tigli, si apre verso la parte sopraelevata attraverso un muro d’acqua che scende a cascata la scalinata che dolcemente porta verso via Galilei. Dall’esterno, le porte fanno intravedere l’intero intervento, come nei borghi i portoni facevano intravedere l’interno dei cortili. L’acqua vuole rappresentare la vita. Come forza vitale, l’elemento liquido sgorga dalla sorgente nella parte sopraelevata del terreno, prende velocità nelle rampe affiancate di verde, per poi fluire nella piazzetta pavimentata retrostante, la quinta viaria e sparire alla fine di nuovo in una lunga fenditura che taglia in diagonale il percorso.

Luogo della Memoria a MajanoLuogo della Memoria

Lungo la spaccatura nella pavimentazione, una frase da «I turcs tal Friûl» di Pier Paolo Pasolini incisa nella pietra a ricordo del 6 maggio 1976, scelta dai familiari di una delle vittime del crollo del condominio: «Strenzinsi ta l’ombrena da li nustris ciasis, cristians, cà, sensa domandasi mai nuja, nuja ch’i sin, pognès tal grin dal Signòur. Amen.» (Stringiamoci all’ombra delle nostre case, cristiani, qui, senza nulla chiederci mai, ché nulla siamo, supini in grembo al Signore. Amen).

Piazza Italia

Piazza Italia è un altro simbolo di rinascita. Nel 1990 l’Amministrazione comunale pose in essere un’iniziativa che ha creato uno spazio carico di ricordi e di significati storici: il progetto di riqualificazione e sistemazione aveva infatti l’obiettivo di recuperare la dignità, il decoro e l’aspetto persi. Le geometrie attuali di Piazza Italia articolano gli spazi a terra in modo da integrarsi con il disegno originario del giardino delle ex scuole che si trovavano proprio qui. Il risultato è uno spazio che ha riacquistato la sua forza, tornando ad essere teatro della vita cittadina.

Chiesa dei SS. Pietro e Paolo Apostoli

Capita poi di vedere vecchio e nuovo che si intrecciano divenendo parte l’uno dell’altro. È il caso del «biel tor», il vecchio campanile della chiesa dei Santi Pietro e Paolo Apostoli, o almeno, di quello che ne resta. Questa chiesa nei secoli ha subito molte demolizioni e ricostruzioni, e allora forse non sorprende neanche troppo che il 1976 non sia riuscito a piegarla ai suoi capricci. Certo è che lo stile della nuova chiesa è molto particolare, un fulcro di modernità tra le costruzioni tradizionali di Majano. Ma l’elemento più bello è proprio il campanile: il «biel tor» funge ancora da base alla moderna struttura, cancellando ogni confine tra presente e passato.

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