Giro del Monviso - Giorno 4

Il Vallanta è il più recente tra i rifugi lungo il Giro del Monviso: inaugurato nel 1988 ha linee geometriche e una copertura metallica che richiamano la cuspide della montagna innevata. Bello e bene organizzato, ma la pietra del Sella ha tutt’altro fascino. Su un pennone sventola la bandiera occitana, che ricorda che queste valli piemontesi hanno lingua e tradizioni proprie. Siamo all’ultima tappa e ce la prendiamo comoda, sottovalutando l’impegno che richiederà la lunga diagonale di chiusura del periplo.

Il paesaggio cambia a mano a mano che i torrenti dei valloni raggiungono il fondovalle

L’incontro del giorno è con una carovana di ragazzi francesi, seguiti da animali da soma che sulle prime stentiamo a riconoscere: lama, o forse alpaca, che procedono con quel fare supponente che gli è caratteristico. Trekking di tendenza, roba da matti. Scendiamo decisamente di quota in uno scenario particolare, come recita la guida: «il Bosco de l’Alevé, dall'occitano 'èlvou', pino cembro, 800 ettari di bosco puro di questa conifera dal portamento inconfondibile. Molti e spettacolari, gli esemplari ultracentenari». Avvistamento del giorno, la nocciolaia, un piccolo corvo che qui è di casa per l’abbondanza di pinoli. Lungo la strada, alpeggi e mandrie che pascolano nei loro dintorni. E che manzi, bovini di razza bianca piemontese, quelli dalla coscia doppia, come si suol dire.

Al rifugio Alpetto si chiude il giro del Monviso… visibilmente provati, ma ne valeva la pena

Dobbiamo raggiungere il rifugio Alpetto, per poi ridiscendere a valle dove abbiamo lasciato l’auto. Sarà lunga e le facce dell’ultimo autoscatto la dicono tutta. Sfiniti, ma anche sollevati: reso omaggio al Monviso, ora siamo pronti a discendere il fiume che abbiamo visto nascere.