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Meraviglia
Meraviglia  }  Architettura

Fortificazioni Martiniane di Mondolfo

Guerra e Pace fra le dolci alture delle Marche

Dov'è

Marche

61037 Mondolfo PU, Italia (116m s.l.m.)

Indicazioni stradali
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Cos'è e dov'è

Due cerchia di mura a tratti distinte, a tratti unite, delineano un quadrilatero irregolare, a forma di “mandorla”. È il retaggio del Castello che col tempo divenne il borgo di Mondolfo, e che oggi come allora rappresenta gli adattamenti delle strutture difensive alle mutate esigenze dell’arte bellica nell’ultimo decennio del Quattrocento. Porta Nuova e il Bastione di Sant’Anna sono due dei protagonisti di questa splendida macchina da guerra progettata da Francesco Martini. La bellezza e l’imponenza della struttura sono tali che Mondolfo è oggi membro dell’associazione delle città murate d’Europa.

Perché è speciale

Quella che le fortificazioni raccontano è una storia di architettura, ingegno, innovazione e reazione alle nuove armi da fuoco. È al tempo stesso storia di Mondolfo e storia dell’umanità, del progresso. Alla posizione dominante sull’Adriatico, Francesco Martini, abilissimo architetto, aggiunge mura scarpate, basse all’orizzonte, con redondone, colme di terrapieni, scandite dai camminamenti di ronda e altro ancora, e le rende adatte a resistere alle prime armi da fuoco. Oggi resta come monumento alla nuova arte bellica rinascimentale, ma anche fonte di pace per chi decida di perdere lo sguardo nel vasto orizzonte offerto dal Belvedere.

Da non perdere

Chi avesse un certo languorino, di sicuro si imbatterebbe nei Dolcetti di Sant’Anna. Forse al primo sguardo non si percepisce, ma quello che si prende tra le mani e si gusta è un pezzetto della tradizione di Mondolfo, nato nel Monastero di Sant’Anna. Le religiose erano famose per la realizzazione di gustosi biscotti dalla curiosa sagoma a forma di animaletti “acquatici e terrestri”. Non c'è dubbio, non si può lasciare Mondolfo senza gustare questi dolcetti che, nonostante le monache non ci siano più, vengono ancora prodotti dai forni locali con una ricetta segreta tramandata di generazione in generazione.

Un po' di storia

È la primavera del 1517 quando sotto le mura di Mondolfo si presenta l’esercito di Lorenzo II De’ Medici - detto Lorenzino - intenzionato a rivendicare la sua signoria su questa fortezza adriatica. Non aprono le porte i mondolfesi al nepote del Magnifico ma anzi, ingaggiano battaglia e colpiscono fra capo e collo con un tiro d’archibugio, proprio Lorenzino. Gravemente ferito viene condotto ad Ancona, dove sopravvivrà all’intervento chirurgico. E i mondolfesi? Per un tradimento nei patti, non hanno scelta: devono rassegnarsi e temporaneamente cedere l’abitato.

Curiosità

Il vessillo comunale di Mondolfo ferma il tempo tingendosi dei due colori che da secoli abbagliano che osservi il paesaggio dal belvedere: l’oro, delle bionde messi al sole di giugno, e l’azzurro, del pescoso adriatico, che bagna il territorio comunale a Marotta. Ma accanto a chi vuole immortalare questa storia senza tempo, c’è chi preferisce scandirla imperterrita: è la grande macchina oraria pontificia, un vero gioiello per computare il tempo che custodiscono i Musei civici di Mondolfo.

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Il castello di Mondolfo, l’abitato antico racchiuso dalla duplice cortina muraria quattrocentesca frutto del genio militare dell’architetto senese Francesco di Giorgio Martini, è uno dei borghi più belli d’Italia.

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