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Meraviglia
Meraviglia  }  Alberi e fiori

Corbezzolo, asfodelo, cardo

I mieli del Monte Arci

Dov'è

Sardegna

Monte Arci, 09090 Morgongiori OR, Italia (779m s.l.m.)

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Fin dai tempi di Aristeo

«Sardegna, isola di pastori»: è un ossimoro che ben ne descrive la singolare geografia umana. Concetto, questo, che andrebbe esteso dalle pecore, indiscusso primato, alle api, trattandosi anche in questo caso di un allevamento che vi è documentato fin dal tempo dall’età punica, quando le prime arnie erano ricavate da gomiti di sughera.

La testimonianza più straordinaria dell’apicoltura sarda, tuttavia, è di età romana: un bronzetto di Aristeo, descritto da Virgilio come il semidio figlio di Apollo e Cirene che insegnò all’uomo l’arte di produrre il formaggio e l'olio, e il modo di allevare le api per ricavarne miele e cera. Ma c’è di più, perché Aristeo era di casa in Sardegna, addirittura accreditato della fondazione di Karalis, l’odierna Cagliari, ragion per cui è lecito pensare al miele isolano come una vera ambrosia.

01-miele.jpgBronzetto di Aristeo

Di fiore in fiore

Il miele, si sa, è specchio delle fioriture frequentate dalle api, e in Sardegna, isola dalla flora straordinaria, con più di 200 specie mellifere, ci si possono aspettare solo meraviglie. Il primo pensiero è per il corbezzolo, l’albero più affascinante della macchia mediterranea, e quel che ne deriva è un miele dal sapore intenso e amarotico. Poi, dai pascoli assolati, il miele d’asfodelo e quello di cardo, ciascuno con la sua nota floreale. Passando al millefiori, in passato ritualmente estratto per San Giovanni, il 24 giugno, la lavanda selvatica come componente più caratteristica di un delicato bouquet che comprende rosmarino, timo, mirto, cardo, asfodelo, erica, cisto, erba viperina... Per finire con le essenze coltivate: inconfondibili, i mieli di arancio ed eucalipto; delicato, quello di sulla.

02-fiori.jpgDolcissimo oro della Sardegna

In tavola!

Descritto ogni tipo in termini di aroma e intensità, poi si potrebbe fare accademia in tema di abbinamenti, latticini e formaggi isolani in primis, dalla ricotta al pecorino stagionato, prodotti in una scala di sapori adeguata all’esuberanza della flora isolana, unicità di sapore che si scelgono per contrappunto, vale a dire miele delicato - formaggio piccante o viceversa, miele amaro - formaggio tenue. Dulcis in fundo, è proprio il caso di dirlo, connessa al miele è poi la particolarissima dolciaria isolana, ivi compresi torroni e canditi. Il bello della Sardegna è che nelle botteghe di paese si trova sempre miele di produzione locale, una sorta d’implicito invito a lasciare le strade per scoprirne i territori.

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Francesco Soletti

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