Roma, RM  •  18 janv. 2023, 10:24

Adotta un mandorlo

Adottare un mandorlo significa, prima di tutto, condividere un progetto agricolo di tutela di un territorio che vogliamo contribuire a custodire. E poi scoprire e gustare in mille modi i frutti di questa pianta meravigliosa. Risalire alle origini del mandorlo significa ripercorrere la storia dell'umanità, perché si tratta di una delle prime piante che l'uomo ha “addomesticato”. Il mandorlo era presente già nell'età della pietra e presumibilmente venne coltivato a partire dalla prima parte dell’Età del bronzo (3000-2000 a.C.). Frutti di mandorlo sono stati ritrovati nella tomba di Tutankamon in Egitto (circa 1325 a.C.), probabilmente importati dal Levante. Il mandorlo, dunque, con i suoi fiori candidi è da millenni parte integrante del paesaggio mediterraneo e i suoi frutti sono ingrediente importante della tradizione gastronomica di tutti i paesi che si affacciano su questo mare. La leggenda del mandorlo in fiore Il significato del fiore di mandorlo ha ispirato miti e leggende, promosso la nascita di tradizioni, diffuso parole sacre, cultura e folclore, che affondano le radici in tempi lontani, dove la pianta è coltivata. In alcuni territori del sud Italia il mandorlo è diventato espressione tipica del paesaggio agrario. Basta pensare alla Valle dei Templi, in provincia di Agrigento, e al fascino che conferisce all’ambiente la precoce fioritura invernale dei mandorli, che in alcuni anni, con temperature particolarmente miti, può avvenire anche a dicembre: i fiori ammantano la Valle di colori che vanno dal bianco candido a varie gradazioni di rosa e il paesaggio che si può ammirare è diventato il simbolo della “eterna primavera” mediterranea, costituendosi come una delle maggiori attrattive turistiche del territorio. Un evento annuale che ricorda la fioritura primaverile dei ciliegi in Giappone, a cui partecipano milioni di visitatori che si spostano secondo la tradizionale usanza per godere della bellezza dello spettacolo. In effetti il mandorlo e il ciliegio appartengano alla stessa famiglia botanica delle Rosacee. E’ probabile che siano stati i Greci a diffondere la coltivazione del mandorlo nei territori delle loro colonie nel sud Italia e non è certamente un caso che molte leggende intorno a quest’albero siano legate alla mitologia greca, come la leggenda di Fillide e Acamante, storia d’amore che vide come protagonisti Dei e uomini. Acamante, eroe greco figlio di Fedra e Teseo, viaggiando verso la città di Troia incontrò la principessa Fillide e tra loro nacque un ardente amore. Acamante però ben presto ripartì per la guerra di Troia e la principessa lo attese per dieci anni finché, non vedendolo tornare, pensò che fosse morto e dal dolore si lasciò morire. La dea Atena allora, mossa a compassione per la tragica storia della ragazza, la trasformò in mandorlo e quando Acamante seppe ciò che era accaduto raggiunse l’albero e lo abbracciò. Fillide, sentendo il calore dell’amore di Acamante, fece spuntare dai suoi rami una cascata di fiori rosati che presero il posto delle foglie. Da quel giorno l’abbraccio si ripeté ad ogni primavera. Il fiore del mandorlo, con la sua delicatezza e brevità di vita, continua a essere ancor oggi simbolo della fragilità, ma anche della speranza, della rinascita, della bellezza dell'esistenza e una testimonianza dell’amore eterno. Il mandorlo è citato nella Bibbia molte volte. Gli ebrei vedevano il mandorlo come un segno di vita, rinascita e veglia perché è il primo albero a fiorire, prima ancora della primavera e, quindi, ne annuncia l’arrivo. E’ uno degli alberi che Giacobbe usa per influire sul colore del manto degli agnelli e dei capretti, in modo da determinare quali capi costituiranno il gregge che il suocero Labano gli dovrà donare. La verga di Aronne è di mandorlo, tanto che nel libro dei Numeri si dice che produsse germogli, fiori e frutti maturi. La Menorah, il candelabro a sette braccia, posto nel Tempio di Salomone, era ornato con fiori di mandorlo. Anche per i cristiani il frutto del mandorlo è un simbolo che rappresenta il mistero di Cristo, che cela la natura divina nella sua forma umana e, quindi, è il segno del risveglio della natura dopo la stagione invernale, poiché è il primo albero a sbocciare in primavera. Il Mandorlo, dunque, per i cristiani è il simbolo della nascita e della resurrezione. La produzione di mandorle in Italia La mandorlicoltura ha rappresentato per secoli una componente essenziale della economia agricola del nostro Paese e l'Italia ha detenuto per molti anni, e fino al secondo dopoguerra, il primato mondiale nella produzione. Un primato che, a partire dalla metà degli anni ’60 è stato raggiunto dalla California, che aveva puntato in maniera decisa all’aumento delle superfici, alla selezione di varietà ad alta resa, ad una intensiva meccanizzazione, con prezzi bassi e forti strategie di marketing. Nel successivo ventennio (anni’80 e‘90), la situazione produttiva in Italia è andata sempre più aggravandosi, provocando una crisi del settore talmente profonda da far temere una vera e propria scomparsa della coltivazione del mandorlo in tutte le Regioni italiane interessate. Oggi, se pur continuiamo a essere fortemente dipendenti dalle importazioni per soddisfare la domanda interna, la coltivazione del mandorlo in Italia sta vivendo un periodo di rinnovato interesse. Le regioni a più forte tradizione produttiva continuano a essere Sicilia, Puglia e Sardegna, ma sono diverse le aree non storicamente vocate, che stanno indirizzandosi alla mandorlicoltura. L’utilizzo delle mandorle In cucina Le mandorle sono presenti in ogni forma nella cucina e nella pasticceria tradizionale di molte regioni italiane. Se è noto il suo utilizzo in pasticceria (basta ricordare le mandorle atterrate, mandorle confettate, torrone e croccante, torta di mandorle, pasta di mandorle, biscotti tipici, torte, gelati), da scoprire è il suo utilizzo nelle preparazioni salate, dato che riesce a trasmettere a alcuni cibi il suo caratteristico sapore e aroma, rendendoli più delicati ed ingentilendoli, come avviene per alcune salse e per la preparazione di alcuni piatti di carne e di pesce. Un utilizzo diffuso è quello di ricavarne il latte (consumato come bevanda sostitutiva del latte vaccino, oppure che si trova in commercio, zuccherato, con il nome di orzata). In medicina Alla mandorla vengono attribuite proprietà, antisettiche e remineralizzanti, energetiche e ricostituenti, emollienti e lassative. Il latte di mandorle è considerato rinfrescante dell'intestino e delle vie urinarie, oltre che calmante per la tosse. In alcuni testi di medicina naturale l'olio di mandorle è consigliato in tutti gli stati di debolezza psico-fisica come le convalescenze, la stanchezza fisica ed intellettuale, nei casi di demineralizzazione e contro le infiammazioni dello stomaco. Ricca di principi nutritivi, la mandorla è anche un integratore dietetico naturale. In cosmetica e profumeria L'industria cosmetica utilizza l'olio di mandorla, ricco in vitamina E, B e minerali, come base per impacchi e creme. L'olio di mandorle, estratto a freddo é costituito soprattutto da gliceridi dell'acido oleico e linoleico, non irrita la pelle e viene utilizzato per la pulizia della cute sensibile e per il trattamento delle pelli secche e arrossate, per le smagliature, per le scottature, i pruriti, le screpolature, nelle otalgie e anche in funzione rassodante. Può essere usato come olio da massaggio, aromatizzato con oli essenziali (in concentrazione tra lo 0,5 e il 3%) per profumare la pelle e usato come base per unguenti e creme da massaggio. Efficace e naturale é la maschera per il viso, schiarente e idratante, realizzata con il residuo delle mandorle dolci (farina amygdalarum). Non pensate anche voi che sia utile e conveniente sostenere chi decide di salvaguardare le coltivazioni di questa pianta davvero speciale, regalandoci lo spettacolo della fioritura annuale, conservando paesaggi unici e rendendoci partecipi della gioia e del piacere di gustare i suoi preziosi frutti? Seguici su www.convivalia.it per conoscere le nostre proposte di adozione. #adozionialimentari #adottaunmandorlo