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Storie da ricordare: la Fiera Franca di Senigallia

Un prestigioso evento ormai perduto, da ricordare attraverso piccoli indizi in città

Dov'è

Marche

Piazza Simoncelli, 21, 60019 Senigallia AN, Italia (0m s.l.m.)

Indicazioni stradali
map

Nel rione del Porto di Senigallia si trovano vie intitolate a luoghi stranieri: Cattaro, Siria, Samo, Corfù, Smirne, Rodi, per esempio. Si tratta di un dettaglio al quale è facile non prestare attenzione, ma i più curiosi potrebbero chiedersi perché queste strade si chiamino proprio così. Dopotutto, si sa, la toponomastica, a volte, racconta la storia di un luogo. Ed è proprio quello che succede qui, dove ogni via ha mantenuto il nome del consolato che vi era ubicato. Perché c’erano tanti consolati a Senigallia? È una storia interessante, legata a Santa Maria Maddalena e al passato commerciale della città che oggi ha un suo pallido seguito negli eventi che si svolgono a fine agosto.

Nascita e declino di un evento speciale

In origine c’era la Fiera Franca, ossia un grande mercato che godeva di un privilegio speciale: non era necessario pagare dazi per prendervi parte. Un particolare decisamente goloso per i mercanti, che accorrevano da tutta Europa e dal Mediterraneo. I giorni della fiera, quindi, vedevano Senigallia straripante di genti, merci e ricchezze, un vero spettacolo! La Fiera Franca si teneva in concomitanza con i festeggiamenti in onore di Santa Maria Maddalena, a luglio. Fu istituita dai Duchi Della Rovere nel 1458, e raggiunse il suo massimo splendore nel XVIII secolo. Venne poi un progressivo declino, che la portò a perdere poco a poco importanza e privilegi. Nel 1836 e nel 1837 la fiera venne addirittura cancellata a causa del colera. E così poco a poco si arrivò alle battute finali, quando nell’agosto 1869 non fu più «franca».

I portici delle botteghe dei mercantiI portici con le botteghe antistanti e il tendato che copriva la strada

Il sogno senigalliese

Un evento della portata della Fiera Franca aveva un peso notevole nella vita di Senigallia e del territorio circostante, perché ne rappresentava l’attività economica principale. Infatti, la fiera costituiva una fondamentale occasione di guadagno per tutti i ceti sociali della città: anche i meno abbienti trovavano occupazione nei servizi legati al commercio e all’accoglienza di un gran numero di mercanti e visitatori, svolgendo mansioni come facchini, marinai, servi, cameriere, lavandaie. Spesso si trattava di poveri abitanti del contado, che una volta terminate le attività della fiera, tornavano al lavoro nei campi. Anche per i ceti più abbienti la fiera costituiva un’insostituibile occasione di reddito: nobili e clero, in particolare, traevano grandi profitti dall’affitto ai mercanti di case, magazzini e botteghe, i prezzi dei quali schizzavano alle stelle grazie alla consistente affluenza.

Un altro elemento significativo era l’affaccio sul mare di Senigallia, combinato con il periodo di svolgimento della fiera, che cadeva in piena estate. Questa felice unione permetteva alla Fiera Franca di godere delle migliori condizioni per i viaggi via mare, veloci e abbastanza sicuri. Una vera manna per i mercanti, che potevano concludere molti affari in un breve lasso di tempo!

Un tuffo nella storia

E così, a partire dai nomi esotici delle vie del rione del Porto, vi abbiamo condotto lungo un viaggio nella storia: a voi il piacere di evocare sulle ali dell’immaginazione la gran festa di suoni, odori, voci e colori di quella varia umanità che una volta l’anno si radunava nella bella Senigallia.

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Senigallia non fu costruita per la sua Fiera, ma io da piccolo pensavo che ogni palazzo e strada esistessero per la semplice ragione che su dodici mesi all'anno nove ne dormiva e tre appena ne viveva (Mario Puccini).

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