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La Riviera degli Angeli - San Sòstene

Già rifugio di eremiti basiliani il borgo è diventato una delle prime città del vento del nostro tempo

Borghi
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Dov'è

Calabria

88060 San Sostene CZ, Italia (0m s.l.m.)

Indicazioni stradali
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Dalle spiagge alle foreste un unico orizzonte

San Sòstene è un borgo del versante ionico delle Serre, nel settore che ha per riferimento il monte Trematerra (m 1228). Il territorio comunale s'innalza dalla costa, dove si trova una frazione balneare, fino al ripiano che a 470 metri di quota contiene l'abitato, e infine raggiunge la prima dorsale montuosa. Il capoluogo si è sviluppato attorno alla sinuosa via Roma, tratto urbano della provinciale che collega i limitrofi comuni di Sant'Andrea dello Ionio (m 301) e di Dàvoli (m 401) attraverso lo scenario della fiumara Alaca.

Un nome che porta lontano nel tempo

San Sòstene condivide le sue origini con la maggior parte dei comuni di questo tratto della Calabria ionica: fondazione come centro costiero da parte di coloni greci e graduale spostamento nell'entroterra per motivi di salubrità e sicurezza. Nella genesi del paese ruolo determinante ebbero i monaci basiliani che nel Medioevo procedettero a riunire gli insediamenti sparsi in un unico centro. Furono loro a introdurre il culto del martire levantino Sòstene di Calcedonia che darà nome al paese assurgendo a suo patrono.

Imponente come un castello, la chiesa madre

Nel punto più alto dell'abitato uno slargo a margine della strada di transito introduce alla vista della Chiesa Matrice di Santa Maria del Monte, documentata nel XVI secolo, ma ricostruita dopo il catastrofico terremoto del 1783. Costruzione imponente, non si fatica a credere che occupi il sito di un castello normanno. È una singolare scalinata di cinquanta gradini, infatti, a coprire il notevole dislivello tra il sagrato e il portale d'ingresso scolpito nel granito. All'interno, l'altare maggiore in marmi policromi, affreschi e tele settecentesche. Notevole, in particolare, la Cappella delle Anime del Purgatorio, dove si ammira una tela che rappresenta Cristo in Croce con donne preganti.

Da città della seta a città del vento

San Sòstene è un paese che nella sua lunga storia ha vissuto delle attività legate direttamente o indirettamente all'agricoltura e alle cosiddette attività silvo-pastorali. Se ne ha tuttora riscontro nel paesaggio rurale che passa dalla fascia del frumento, delle vigne e degli oliveti, a quella del bosco e dei pascoli, che fornivano legname, castagne, formaggi e carni. Rare sono invece le residue testimonianze della coltura del gelso, primo passaggio della filiera della seta, storica prerogativa di San Sòstene. Il declino dell'economia tradizionale tuttavia ha registrato in anni recenti un'inversione di tendenza grazie al precoce impegno del comune nel campo nelle energie sostenibili. «San Sòstene Città del Vento» si legge sui cartelli all'ingresso del paese, a motivo di uno dei primi parchi eolici della regione, oltre quaranta turbine installate a quote comprese tra i 900 e i 1200 metri sulle prime dorsali dell'entroterra.

Un santo patrono che viene da lontano

San Sòstene, chi era costui? Per saperne qualcosa bisogna rosalire nel tempo fino alla persecuzione di Diocleziano, in avvio di IV secolo dopo Cristo. Sòstene era un militare romano in forza alla guarnigione di Calcedonia, città della Bitinia, antica regione dell'Asia Minore. Il rifiuto che oppose all'ordine di giustiziare la cristiana Eufemia, e la confessione di fede in Cristo che ne seguì, lo portarono al martirio. Nel paese calabrese che si onora del suo nome e del suo patronato, lo si festeggia la prima domenica di settembre come d'abitudine al Sud: solennità, luminarie, spettacoli e specialità di strada.

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